19 Maggio 2024

Il mostro di Lockness

Il mostro di Loch Ness, noto anche come Nessie, è una creatura leggendaria che vivrebbe nel Loch Ness, un lago della Scozia. Non esiste alcuna prova dell’esistenza del cosiddetto “mostro” e alcune foto che lo ritrarrebbero si sono verificate essere false o non sono ritenute particolarmente significative dal punto di vista scientifico. Tutti i tentativi di ricerca hanno dato esito negativo ma la notorietà e il fascino della leggenda è tale da attirare circa un milione di turisti ogni anno. La leggenda ha avuto negli anni una vasta risonanza mediatica, ispirando la realizzazione di lungometraggi cinematografici, documentari televisivi, narrativa, fumetti, videogame e merchandising.

Storia

Veduta del lago.
Adamnano di Iona, un monaco irlandese, nel 566 descrisse in una sua opera, Vita Sancti Columbae, il funerale di un abitante delle coste del fiume Ness, emissario del Loch Ness, assalito e ucciso da una “selvaggia bestia marina”, uscita strisciando dalle acque, che San Columba scacciò con le preghiere. Fino al ventesimo secolo non esistono altre testimonianze in merito, eccetto una avvenuta nel 1871, quando un uomo, il dottor D. Mackenzie, spiegò di aver visto un oggetto «contorcersi e agitare l’acqua».

Alcuni avvistamenti, in cui la sagoma era confusa, sarebbero avvenuti anche sulla terraferma, a partire dal 1930: intorno a quell’anno, ad esempio, dei collegiali di Drumnadrochit raccontarono al loro professore di aver visto «un animale davvero straordinario e spaventoso nelle paludi che bordano la baia di Urquhart»; ad ogni modo, tutte le segnalazioni si sono rivelate poco attendibili o dei falsi clamorosi.

Il mito della creatura che vivrebbe nel lago nasce e si sviluppa negli anni trenta; a partire dal 1933, in seguito all’apertura di una nuova strada che correva lungo il lato del lago, iniziarono gli avvistamenti come quello di George Spicer del 22 luglio, e poi un altro da Arthur Grant, un motociclista, il mese successivo. George Spicer raccontò all’Inverness Courier di aver visto insieme alla moglie un animale dall’aspetto preistorico che gli avrebbe attraversato la strada nelle vicinanze del lago. Il 22 settembre 1933 l’Inverness Courier riferì che era stato avvistato uno strano animale dai coniugi MacKay, proprietari di un albergo a Drumnadrochit, una località sulla riva del lago, i quali avevano scorto due strane gobbe emergere dall’acqua. Nel novembre 1933 venne scattata la prima fotografia da Hugh Gray dove si vede un lungo corpo sinuoso che nuota in superficie facendo ribollire l’acqua all’intorno. Secondo alcuni si trattava in realtà del labrador retriever dello stesso Gray che nuotava verso la fotocamera con un bastone in bocca;[9] il ricercatore Roland Watson ha sostenuto che sul lato destro della foto è visibile una forma simile alla testa di un’anguilla.

La foto di Hugh Gray del 1933
In dicembre, un cineasta della Scottish Film Productions, Malcolm Irvine, riuscì a girare una pellicola nella quale il “mostro” è visibile per quasi un minuto mentre nuota alla velocità di circa quindici chilometri l’ora. Irvine nel 1936 fece anche un secondo filmato nel quale si vede ciò che può sembrare la testa di un animale alzarsi e abbassarsi a ogni movimento del corpo.

Una delle testimonianze fotografiche più note, poi rivelatasi un falso, è quella passata alla storia come La foto del chirurgo, scattata da Robert Kenneth Wilson nei pressi di Invermoriston con l’ausilio dell’amico Maurice Chambers il 19 aprile 1934. Wilson scattò diverse fotografie, la più nota delle quali mostra una silhouette nera, leggermente ricurva all’estremità, circondata da mulinelli concentrici; alla base sembra apparire quello che potrebbe essere un corpo; su un’altra foto, il corpo in questione è quasi sparito nell’acqua. La fotografia di Wilson fu solo la più celebre ma ce ne furono anche altre meno professionali ma ugualmente false circolate nel tempo; la foto di Wilson venne pubblicata il 21 aprile 1934 sul Daily Mail, uno dei principali tabloid inglesi, che la definì come Surgeon Photograph poiché Wilson, che comunque non era un chirurgo, non voleva che fosse associata al suo nome. Negli anni ottanta si riuscì a ricostruire che la foto mostrava in realtà un sottomarino giocattolo al quale era stata attaccata una sagoma che emergeva dall’acqua a forma di testa di serpente. Il macchinario era stato costruito da Christian Spurling, un amico di Wilson che era anche il genero di Marmaduke Wetherell, un cacciatore ridicolizzato dal Daily Mail per essere, a sua volta, cascato in una bufala: inviato dal quotidiano a Loch Ness per indagare sul mostro, si fece ingannare da alcune finte impronte create grazie a un portaombrelli con alla base un piede di ippopotamo essiccato (allora diffusi trofei di caccia). Per vendicarsi di ciò venne realizzata la messinscena per scattare la foto che sarebbe poi divenuta la più famosa raffigurante il mostro di Loch Ness. Il sommergibile fu poi fatto affondare, e secondo alcuni si trova ancora da qualche parte sul fondo del lago. Ad ogni modo nel 1994, la foto fu smascherata dal Centro di Loch Ness come un falso: non era infatti un’autentica foto di Nessie, ma di un modellino creato aggiungendo a un sottomarino giocattolo una testa e una coda.

Illustrazione dell’avvistamento di Arthur Grant (1934).

Illustrazione dell’avvistamento di Arthur Grant.
Nella notte fra il 5 e il 6 gennaio 1934, uno studente di veterinaria di nome Arthur Grant affermò di aver quasi investito con la sua motocicletta una creatura mentre si avvicina ad Abriachan sulla costa nord-orientale, circa verso l’una di notte. Grant disse di aver visto una piccola testa collegata ad un lungo collo mentre balzava sulla strada proprio davanti a lui, la traversava in due salti e arrivava nel forteto in riva al lago, descrivendola come un ibrido tra una foca e un plesiosauro. Grant disse che, una volta in acqua, vide solo delle increspature. Secondo i suoi racconti, la creatura sembrava spostarsi con movimenti laterali di un paio di pinne posteriori e membranose, il collo era serpentiforme, e gli occhi larghi incassati nel capo; la lunghezza totale era tra i quattro metri e mezzo e i sei metri. Grant realizzò un disegno della creatura, esaminato dallo zoologo Maurice Burton, il quale dichiarò che esso era coerente con l’aspetto e il comportamento di una lontra. Per quanto riguarda la dimensione lunga della creatura, Burton disse che poteva trattarsi di un’osservazione errata a causa delle cattive condizioni di luce. Il paleontologo Darren Naish suggerì che Grant potrebbe aver visto una lontra o una foca, esagerando nel tempo la descrizione dell’avvistamento.

Un avvistamento tipico dei molti che sono stati raccontati dai testimoni si deve alla signora Marjory Moir e risale all’ottobre 1936:

«Piovigginava leggermente, il lago era grigio, il cielo era grigio e il colore della creatura era grigio scurissimo, in netto contrasto con lo sfondo più chiaro dell’acqua e del cielo. Il mostro era immobile in superficie, rivolto in direzione di Inverness. La lunghezza era di quasi dieci metri; è difficile valutare la distanza esatta che ci separava, tuttavia era abbastanza vicino a noi perché potessimo vederlo molto distintamente. C’erano tre gobbe, la più grande nel mezzo e la più piccola dietro il collo, che era lungo e snello, con una testa piccola e priva di tratti visibili. Immergeva spesso la testa nell’acqua, come per mangiare o forse semplicemente per divertirsi.»

Quasi altrettanto celebre della foto del chirurgo è quella scattata nel 1951 dal boscaiolo Lachlan Stuart, che mostra tre gobbe che emergono dall’acqua. Nel 1955, Peter MacNab dichiarò di essersi fermato nei pressi del castello di Urquhart, che domina il lago, per scattare una foto, quando a un tratto sentì un rumore nell’acqua: ebbe appena il tempo di sostituire l’obiettivo con un teleobiettivo da 150 millimetri e un enorme animale uscì dall’acqua. MacNabb lo fotografò: la foto è interessante perché si vedono sia il mostro sia il castello. In confronto con l’altezza del castello, che è di venti metri circa, si può valutare intorno alla stessa lunghezza la parte emersa dell’animale, ma secondo alcuni la foto mostrerebbe due esemplari. Infatti se la si esamina attentamente si può notare che le due gobbe non sono esattamente l’una sul prolungamento dell’altra: siccome la seconda è più piccola della prima, si è potuto pensare che si trattasse di un maschio accompagnato dalla femmina o di un giovane che seguiva la madre. Effettivamente, in varie occasioni dei testimoni hanno dichiarato di avere visto più animali insieme.

Ad esempio, il guardiacoste Alexander Campbell asserì di aver visto il dorso di tre mostri apparire alla superficie del lago: il primo e il secondo erano nettamente più grandi del terzo, e mentre il movimento in avanti dei primi due era regolare, il terzo si muoveva a zig zag, come per divertimento. Nel giugno del 1937, due allievi dell’abbazia di Fort August videro tre piccoli mostri, lunghi appena un metro, che fuggirono via quando essi cercarono di acchiapparli.

Nell’aprile del 1960, un ingegnere dell’aeronautica, Tim Dinsdale, filmò una gobba che attraversava l’acqua in una scia potente a differenza di quella di una barca. La JARIC (centro di analisi delle immagini e di intelligence inglese storicamente conosciuta come MI4) dichiarò che l’oggetto era “probabilmente animato”.
Nel 1993 Discovery Communications realizzò un documentario chiamato Loch Ness Discovered che si avvalse di un miglioramento digitale del film di Dinsdale. Un esperto di computer che aveva migliorato il film notò un’ombra nel negativo che non era molto evidente nel positivo. Attraverso il rafforzamento e la sovrapposizione dei fotogrammi, trovò quello che sembrava essere il corpo posteriore, le pinne posteriori e 1-2 gobbe aggiuntive del corpo simile a un plesiosauro. Egli affermò che: «Prima di vedere il film, pensavo che il mostro di Loch Ness fosse solo un mucchio di sciocchezze. Dopo aver fatto la valorizzazione, non sono così sicuro.»
Il 27 maggio 1964 l’equipaggio del peschereccio Girl Norma osservò un «mostro» contemporaneamente a 3 uomini che lavoravano alla costruzione di una nuova strada sulle rive del lago; nel 1968, inoltre, gli accertamenti compiuti dal professor Gordon Tucker del dipartimento di ingegneria elettronica dell’Università di Birmingham rilevarono, con un apparecchio sonar, la presenza di un gigantesco corpo che si muoveva nelle profondità del lago alla velocità di dieci nodi.

Long-necked dinosaur model
Modello di Cryptoclidus utilizzato nel programma Loch Ness Monster: The Ultimate Experiment del canale televisivo britannico Five.

Tony “Doc” Shiels nel 2015
Le foto più nitide risalgono al 21 maggio del 1977 e furono scattate da Tony Doc Shiels, uno scrittore, artista, e illusionista inglese. Lo stesso stava osservando il lago da sotto il castello di Urquhart, e proprio allora vide affiorare il lungo collo. Scattò le foto e descrisse il mostro: era di un colore tra il verde e il marrone, con la pancia di una sfumatura più chiara, e la pelle liscia e lucida. L’avvistamento durò per un tempo compreso tra i 4 o 5 secondi. Egli ha poi descritto l’animale come un “elefante calamaro”, sostenendo che il collo lungo nella foto fosse in realtà la proboscide della creatura e che la piccola macchia bianca alla base del collo fosse l’occhio. A causa della mancanza di increspature, le due foto sono state ritenute false da un certo numero di persone, tanto che furono soprannominate Loch Ness Muppet. Shiels ha sempre sostenuto l’autenticità.

Gli ultimi avvistamenti o testimonianze di un certo rilievo e riportate dai mass media risalgono agli anni ottanta del Novecento, ma sono continuati anche negli anni recenti: un avvistamento del celebre mostro è avvenuto il 26 maggio 2007 ad opera di Gordon Holmes, un tecnico di laboratorio che ha filmato una sagoma nuotare nel lago; un altro risale a fine agosto 2009, ad opera di Jason Cooke, guardia di sicurezza che, per fotografare il presunto mostro, ha utilizzato Google Earth ma anche questo si è rilevato un falso.
Il 27 agosto 2013 il turista David Elder realizzò un video di cinque minuti in cui si nota “un’onda misteriosa” sul lago; secondo lo stesso Elder, l’onda era prodotta da un “oggetto solido nero” delle dimensioni di circa 4,5 m appena sotto la superficie dell’acqua. Elder, cinquantenne di East Kilbride, South Lanarkshire, stava scattando una fotografia ad un cigno dal molo di Fort Augustus nella parte sud-occidentale del lago, allorché notò e riuscì ad immortalare lo strano movimento. Egli affermò che “l’acqua era vermanete calma in quel momento e non c’erano increspature dovute alle onde o altre attività sull’acqua.” Gli scettici hanno suggerito che l’onda potrebbe essere stata causata da una raffica di vento.

Un’altra prova sarebbe una foto satellitare che riprendere una forma lunga circa 30 metri, scattata a sud di Dores, e apparsa nel 2014 nelle mappe Apple e che divenne presto virale ma che venne accusata di essere stata modificata, come mostrano in diversi siti, tra cui Metabunk.org, per riportare l’immagine del pesce gigante alla più plausibile forma di una nave di passaggio.

Nell’aprile 2015 Google ha commemorato l’81º anniversario della “foto del chirurgo” (surgeon’s photograph) con un Google Doodle,[42] e aggiungendo una nuova funzionalità a Google Street View con cui l’utente può esplorare il Loch Ness sia sopra che sotto la superficie dell’acqua. Alcuni dipendenti di Google hanno trascorso una settimana a Loch Ness a raccogliere immagini con una fotocamera “trekker” vista strada, allegandola a una barca per fotografare sopra la superficie e collaborando con i membri del Catlin Seaview Survey per fotografare sott’acqua.

Nel 2016 un robot sottomarino ha esplorato le profondità del lago realizzando una serie di immagini a 180 metri di profondità nelle quali l’unica traccia del mostro è la sua riproduzione impiegata per le riprese del film Vita privata di Sherlock Holmes del 1970, che rimase abbandonata sul fondale del lago.

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